Mr Appel nega un suo coinvolgimento nell'affare dell'isolotto greco e mente spudoratamente. Crotone rappresenta solo un ripiego. La prospettiva del mega villaggio turistico unicamente a vantaggio dei profitti degli investitori. L'imprenditoria locale non riceverà alcun vantaggio perchè i turisti resterebbero all'interno della struttura e subirebbe un peggioramento delle proprie condizioni. I crotonesi non avrebbero più accesso libero alle spiaggie come lo è stato finora e a loro resterebbe lo scempio e la devastazione ambientale dalle incerte dinamiche provocata dal cemento della megastruttura. Una campagna che fa purtroppo leva sull'ignoranza di una fetta di popolazione.
A quanto pare il progetto Europaradiso rischia il collasso; la fase di stallo del procedimento amministrativo, utile ai fini della costruzione del medesimo, è sopravvenuta in forza del vuoto di potere creatosi dallimminente nuova vita politica che compete al primo cittadino di Crotone, che lascerà la città per una carica politica regionale. Mr. Appel, quindi, perde, di fatto, il suo principale sponsor.
Come andrà a finire questa storia? Non è dato sapere. Stando a quanto riportato dai cronisti dei quotidiani locali, i tempi per la costruzione dei primi edifici del mega-villaggio si allungherebbero di molto.
Meglio così. In questi ultimi giorni, poi, preso dalla curiosità di avere informazioni circa limprenditore israeliano artefice delliniziativa imprenditoriale di cui si scrive, ho fatto ulteriori ricerche, utilizzando la rete.
Mi accingo ad elencare, e commentare, alcuni documenti che, credo, faranno luce sul personaggio Appel, reperibili al seguente url: http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=386304, il quale riporta, dettagliatamente, laccusa di corruzione di pubblici ufficiali (violazione dellart. 291 del codice penale israeliano 5737/1977) inflitta a David Appel dai pubblici ministeri Rahel Shiber ed Ella Rubinek il 21 gennaio 2004.
Tralasciando i fatti riferiti a Sharon, da tale accusa si desume che Appel aveva intenzione, sin dal 1998, di creare un mega-villaggio nellisola di Patroclo, in Grecia (diversamente da quanto sostenuto dallimprenditore al giornale Il crotonese, versione online del 07.03.2005, dove afferma testualmente:Non avevamo nessun progetto da realizzare in Grecia. Ciò non corrisponde al vero). Appel era in contatto in Grecia con Norman Skolnik, israeliano residente in Grecia, il quale tentò di promuovere il progetto direttamente al governo greco.
Nella sezione generale del documento, lettera A, n° 5, poi, si legge testualmente: Il successo del progetto dellisola di Patroclo, la quale è classificata come sito archeologico, implicava, tra le altre cose, emendamenti legislativi in Grecia ed un cambio delle procedure di destinazione duso, progettazione e costruzione. Appel immaginò che il contatto con figure politiche greche lavrebbe aiutato ad ottenere queste cose e lavorò con Skolnik per codesto scopo.
La dettagliata accusa dei magistrati israeliani inizia, a questo punto, a descrivere tutti i rapporti intrecciati dallimprenditore con politici greci, i quali vennero invitati in Israele col pretesto di una visita ufficiale di Stato; ma il vero obiettivo era impressionare questi ultimi affinché si proseguisse liter burocratico necessario per la realizzazione del progetto di Appel sullisola di Patroclo, la quale, ribadiamo, aveva, ed ha tuttora, vincoli archeologici e paesaggistici che non consentivano la creazione del villaggio proposto dallimprenditore israeliano.
Linvito venne accettato, ed il 28 luglio 1999 Appel accolse, a cena e a casa propria, il sindaco di Atene. Verso la fine di ottobre dello stesso anno, poi, quando le negoziazioni per la realizzazione del progetto fallirono, Skolnik, in sintonia con Appel, iniziò la ricerca di un sito alternativo in Grecia; ne individuò uno a sud-est di Atene, ma incontrò anche qui enormi difficoltà nella realizzazione del progetto. Contemporaneamente, limprenditore Appel avviò la ricerca di località alternative in Spagna.
Ora, perché Mr. Appel ha mentito ai crotonesi, sostenendo che la scelta di Crotone, per la realizzazione del mega-villaggio, non fosse un ripiego? Perché ha nascosto il vero, rilasciando unintervista che negava il fatto che abbia tentato di creare il progetto in Grecia, fallendo nel suo intento? Ritengo che la lealtà e la sincerità siano virtù dalle quali non si possa prescindere. Atteggiamenti ipocriti non meritano considerazione.
In breve, mi ritengo offeso, in quanto crotonese, per un siffatto comportamento, il quale rivela una scarsa considerazione, da parte dellimprenditore israeliano, nei confronti di unintera collettività. Mi chiedo, a questo punto: cosa farà limprenditore israeliano dei terreni di cui ha già opzionato lacquisto, nel caso in cui il suo progetto venisse definitivamente bocciato?
Non credete che lacquisto di tali terreni sia stato un po avventato? Daccordo, limpresa è rischio. Ma, in questo caso, non vi pare un po troppo?
Unultima considerazione è, poi, dobbligo e concerne la rivoluzionaria idea con la quale Appel conta di gestire il villaggio: da Il crotonese (versione online del 07.03.2005) apprendiamo, testualmente, che: Lidea è proporre alla gente un biglietto aereo gratuito, e anche lalbergo sarà gratuito o parzialmente gratuito, per raggiungere il luogo delle vacanze. Allo stesso tempo offriremo così tanti servizi che daranno un enorme vantaggio ai turisti e creeranno unattività economica tale che finanzierà addirittura tutto il progetto; limprenditore, poi, precisa, in un altro articolo della medesima edizione del quotidiano menzionato, che: Enostra intenzione coinvolgere tutti i cittadini crotonesi e utilizzare le realtà economiche e commerciali già esistenti.
Mi chiedo: se il progetto prevede la creazione di servizi nel villaggio, con lo scopo di avere profitti (e, addirittura, coprire lintero investimento
di 5 miliardi di euro, a suo dire), visto che hotel e viaggio sarebbero gratuiti, come faranno a coinvolgere anche i commercianti locali, i quali rappresentano, di fatto, la concorrenza? Alla luce di quanto precede, si configurano, infine, le seguenti 2 possibilità:
1. il mega-villaggio si farà; in questo caso gli interessi di un ristretto numero di soggetti avranno il sopravvento su quelli della collettività. La legislazione in materia edilizia, ed i vincoli connessi ad essa, verrebbero calpestati in nome di una libertà imprenditoriale che è, in realtà, la peggiore espressione di una politica economica che, anziché promuovere molti imprenditori locali, consentendo loro di attrarre i turisti, preferisce creare una sorta di monopolio che non porterebbe alcun vantaggio ai commercianti ed imprenditori crotonesi, in quanto, per ammortizzare gli ingenti costi, il profitto totale sarebbe, inevitabilmente, ad esclusivo appannaggio dei proprietari ed ideatori del fantasioso mega-albergo.
2. il mega-villaggio non si farà; in questo caso i proclami entusiastici del sindaco si rivelerebbero pura propaganda elettorale. Se così fosse, sarebbe la dimostrazione del fatto che, da noi, la politica consta di futili ragionamenti e le idee si portano avanti senza alcuno studio preventivo ed approfondito: una politica fondata sulla assoluta superficialità, quindi, e senza alcun piano (politico, amministrativo ed economico) di lungo periodo.
Occorrerà attendere ancora un po per vedere quale delle 2 ipotesi prenderà il sopravvento sullaltra; in ogni caso, sarà una sconfitta per quanti, come me, si sentono orgogliosi di appartenere a questa magnifica terra e provano una profonda sofferenza nel vederla nelle condizioni in cui versa; ma la cosa ancora più triste è constatare lormai endemica rassegnazione dei crotonesi, i quali assistono, intontiti, ignari ed impotenti, a quanto accade, tentando di cavalcare una speranza che è ormai lunica cosa alla quale potersi aggrappare, ma che consiste, a ben vedere, in pura e semplice incoscienza.
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