tratto da arealocale.com
03/03/2005
Da alcuni giorni compaiono, sulle maggiori testate giornalistiche crotonesi e con titoli entusiastici e trionfanti, articoli che, in modo preciso e dettagliato, riportano una notizia che, se confermata, avrebbe una portata epocale.
Ci riferiamo al fatto che una società a capitale misto (svizzero, inglese ed israeliano), la Europaradiso, presieduta dallimprenditore David Appel, avrebbe palesato lintenzione di investire ben 5 miliardi di Euro (!) per la creazione di un complesso turistico monumentale da costruire tra Gabella e la Foce del Neto.
Il sindaco di Crotone sostiene che il mega-investimento in questione preveda opere infrastrutturali fruibili dallintera cittadinanza, sovvenzionate dalla medesima società privata, quali una metropolitana leggera che collegherà Gabella a Viale Regina Margherita; egli ci rende, infine, partecipi del fatto che: Stiamo lavorando in maniera discreta ma celere; presso gli Uffici dellUrbanistica è stato presentato il progetto preliminare del mega complesso turistico.
Lo stesso Ufficio, una volta approvata la variante al Piano Regolatore che verrà discussa in Consiglio comunale, dovrà rilasciare le relative autorizzazioni necessarie perché i lavori di realizzazione dellopera abbiano presto inizio.
Dopo aver, così, letto vari articoli riguardanti largomento in questione, tratti da differenti giornali (che riportavano, peraltro, testualmente le parole del primo cittadino di Crotone e dei massimi dirigenti locali dei maggiori sindacati, alluopo convocati) mi è venuto spontaneo riflettere, in modo profondo, su quella che appare come una opportunità che non può essere ignorata.
Ho provato ad immaginare le conseguenze che si avrebbero grazie alla massiccia venuta di turisti; è incontestabile che tutto il comprensorio ne trarrebbe giovamento. Analizzando dettagliatamente le poche notizie fornite in merito al progetto, però, sento lobbligo di evidenziare i seguenti argomenti, i quali appaiono, a mio giudizio, quantomeno poco chiari.
Innanzitutto, non capisco il motivo per il quale il sindaco abbia deciso di lavorare in modo discreto e celere: unopera colossale come quella in progetto prevede lunghissimi studi di fattibilità, in considerazione del fatto che Crotone si è dotata di un Piano Regolatore (promosso dallo stesso sindaco) che prevede vincoli alledificabilità edilizia, a tutela dellambiente e dei beni archeologici: ecco il motivo per il quale il diritto amministrativo prevede le cosiddette autorizzazioni necessarie. Queste ultime si concedono solo se ve ne siano i presupposti.
E non è detto che in questo caso ci siano. Se, ad esempio, il Piano Regolatore prevedesse (è una mera ipotesi!) che la Foce del Neto sia tutelata da vincoli ambientali, e che quindi non vi sia consentito costruire edifici, cosa farà il sindaco? Ebbene si, farà la variante al Piano Regolatore! Ciò fa presumere che il Piano Regolatore, in questo momento, non consenta la realizzazione del progetto presentato allUfficio Urbanistica, in forza del fatto che già si parla, appunto, di varianti.
Ma come! Prima si decide di tutelare il territorio facendo un Piano Regolatore (ricordo ancora le insegne pubblicitarie con le quali il sindaco promosse levento), e poi, a seconda dei casi, se ne mutano le parti fondamentali (in modo celere e discreto) per accogliere, magari, un mega mostro in cemento?
Appare, in questo contesto, più logico mutare il progetto preliminare (che, in quanto tale, può essere trasformato in modo da ottenere i requisiti - e quindi uniformarlo alla legge che ne rendano possibile levoluzione) o individuare un sito alternativo che consenta la creazione del villaggio turistico in conformità con la legislazione, piuttosto che cambiare il Piano Regolatore (che mancava da decenni e che rappresenta uno strumento fondamentale a tutela del territorio).
In fondo, sono gli imprenditori che devono conformarsi alla legislazione, e non i politici al volere degli imprenditori.
O, forse, sbaglio? Non è quindi, a mio giudizio, ragionevole trasformare, per esempio, i terreni agricoli in siti edificabili a proprio piacimento ed in un brevissimo lasso di tempo: siffatti comportamenti avvantaggerebbero solo i proprietari terrieri, che avrebbero un enorme incremento del loro patrimonio, a scapito della collettività.
E non è solo una questione di tutela dellambiente. La Foce del Neto è un luogo magico e pieno di storia. La leggenda tramanda che gli esuli Troiani vi approdarono, dopo la distruzione di Troia. Il posto piacque talmente tanto alle donne Troiane che, di nascosto, bruciarono le navi affinché restassero per sempre lì.
Letimologia del nome del fiume si rifà a questa tradizione. Ben venga, quindi, la costruzione del mega villaggio, ma con il rispetto di TUTTI i vincoli previsti in materia ambientale, archeologica e paesaggistica. Si preveda, poi, uno studio approfondito, e quindi non sbrigativo, e si renda partecipe tutta la cittadinanza dando informazioni limpide e dettagliate.
Un esempio sarà utile a chiarire cosa intendo dire: alcuni giorni or sono (e precisamente il 22.02.2005) il TG3 Regionale del Lazio ha riportato la notizia secondo cui il sindaco di Fondi (Lt) ha avviato la distruzione di alcuni edifici abusivi, in concerto con la Prefettura locale, lungo il litorale marittimo del luogo (peraltro meraviglioso) ed ha predisposto un referendum affinché la cittadinanza possa decidere laspetto del Lungomare.
Questa è unidea geniale. I cittadini avranno la possibilità di scegliere, tra vari progetti, quello più adatto; piena partecipazione civile, quindi, volta al raggiungimento del benessere collettivo.
Nel caso crotonese, invece, le uniche persone coinvolte sono i dirigenti dei sindacati e della Confcommercio, che stimo senzaltro, ma che non mi rappresentano affatto, e credo, in verità, che rappresentino, nel contesto al quale ci stiamo riferendo, solo sé stessi. Si parla, poi, di investimenti per 5 miliardi di Euro e di 15.000 posti di lavoro previsti (questultimo dato si è, peraltro, ridimensionato in maniera notevole nel giro di qualche giorno: ora i virtuali posti di lavoro sarebbero 4000).
Se così fosse, sarebbe proprio una svolta. Ma siamo sicuri che sarà così?
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In fondo, queste sono pure ipotesi, meri numeri scritti su un foglio, messi lì con levidente obiettivo di coinvolgere il crotonese medio
Una sorta di specchietto per le allodole, insomma, utilizzato furbescamente per distogliere lattenzione del malcapitato di turno (in questo caso unintera collettività) da ciò che andrebbe, invece, attentamente verificato. Ed io non sono molto attratto da siffatti stratagemmi
Forte del mio vecchio ed insostituibile compagno di vita, il mio splendido pc portatile assemblato, che mi consente di visitare la Rete in modo eccellente, ho così deciso di effettuare una ricerca sulla Europaradiso, utilizzando il motore di ricerca più efficiente, con la speranza di ottenere informazioni dettagliate circa la società che sostiene di avere a disposizione 5 miliardi di Euro da investire in costruzioni turistiche, da creare sulla nostra terra.
Con sommo stupore, ho potuto verificare, innanzitutto, che vi siano pochissimi siti che contengono la parola Europaradiso, e che tutti si riferiscono al futuro villaggio da costruire a Gabella (strano per una società che ha a disposizione cifre da capogiro; ciò, infatti, farebbe presumere una attività vertiginosa in molteplici altri affari, ed in posti diversi: di tutto ciò non vi è però traccia); in secondo luogo, la Europaradiso, che si presenta come una solida società con relazioni transnazionali, non ha un sito internet!! Vi è un dominio (http://www.europaradiso.com), ma il sito è in costruzione.
E ormai unabitudine consolidata, per le attività imprenditoriali di qualsiasi genere, quella di presentare i propri servizi e le caratteristiche societarie (anche in più lingue) sul web. Si presume, quindi, che coloro che non abbiano ancora provveduto a siffatte strategie, siano in una fase precedente al cosiddetto progresso tecnologico; tale constatazione li esclude, inevitabilmente, da ciò che noi denominiamo globalizzazione: in breve, chi non è presente su internet, non esiste. Mi pare, in effetti, proprio strano che una società che disponga di mezzi economici praticamente illimitati, non abbia ancora provveduto a colmare tale gravissima lacuna. Quanto precede non depone a favore della più volte menzionata società.
Unultima considerazione è, infine, dobbligo: essa verte su di una teoria di Economia politica (Macroeconomia, per la precisione) che può rivelarsi utile per esprimere lennesimo concetto, che consenta al lettore di avere ulteriori informazioni sulle quali fondare il proprio pensiero circa largomento di cui si scrive. Si tratta della teoria di Pigou, che tenteremo di rendere chiara e semplice e che si fonda sui seguenti 2 esempi:
A) 1° esempio di Pigou: una fabbrica di prodotti industriali che con i suoi residui inquina laria e le acque di un fiume non considera tali danni tra i suoi costi, ma questi danni rappresentano dei costi per la collettività: i costi sociali sono quindi maggiori dei costi privati, e linvestimento che consiste nella creazione di quella fabbrica genera una diseconomia esterna, cioè esterna alla fabbrica, ma interna al sistema economico (è la cosiddetta esternalità negativa);
B) 2° esempio di Pigou: la costruzione di una ferrovia in unarea poco sviluppata, che vada dallinterno alla costa, dà un profitto basso allimpresa che la costruisce, però incentiva la nascita di aziende industriali allinterno, rendendo possibile il trasposto dei prodotti fino alla costa. In questo caso, il vantaggio sociale è maggiore del vantaggio privato e tale investimento genera uneconomia esterna, cioè esterna allimpresa che costruisce la ferrovia ma interna al sistema economico (esternalità positiva). Secondo Pigou, in queste circostanze è necessario un intervento dello Stato, che nel 1° caso penalizzi limpresa mediante unimposta, addossandole così i costi sociali e nel 2° caso incentivi invece limpresa con un sussidio che le riduca i costi di costruzione della ferrovia.
Avranno mai, i politici che ci hanno governato negli ultimi 50 anni, letto Pigou (preso, peraltro, come mero esempio. In realtà ci si riferisce alle scienze economiche e giuridiche nella loro interezza)? Se così non fosse, come si può pensare di amministrare in modo efficiente un territorio, come ad esempio quello crotonese, se non si conoscono gli strumenti adeguati per la realizzazione di obiettivi che garantiscano la migliore qualità di vita possibile? Solo il tempo potrà colmare la curiosità di vedere cosa accadrà nella provincia di Crotone. E, viste le premesse, non cè da stare tranquilli. I nostri figli potrebbero trovarsi a dover vivere in un contesto sociale di gran lunga peggiore di quello attuale. Ecco il motivo per il quale è opportuno stare molto attenti, affinché non si compia lennesimo misfatto.
16/04/2005
A quanto pare il progetto Europaradiso rischia il collasso; la fase di stallo del procedimento amministrativo, utile ai fini della costruzione del medesimo, è sopravvenuta in forza del vuoto di potere creatosi dallimminente nuova vita politica che compete al primo cittadino di Crotone, che lascerà la città per una carica politica regionale. Mr. Appel, quindi, perde, di fatto, il suo principale sponsor.
Come andrà a finire questa storia? Non è dato sapere. Stando a quanto riportato dai cronisti dei quotidiani locali, i tempi per la costruzione dei primi edifici del mega-villaggio si allungherebbero di molto.
Meglio così. In questi ultimi giorni, poi, preso dalla curiosità di avere informazioni circa limprenditore israeliano artefice delliniziativa imprenditoriale di cui si scrive, ho fatto ulteriori ricerche, utilizzando la rete.
Mi accingo ad elencare, e commentare, alcuni documenti che, credo, faranno luce sul personaggio Appel, reperibili al seguente url: http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=386304, il quale riporta, dettagliatamente, laccusa di corruzione di pubblici ufficiali (violazione dellart. 291 del codice penale israeliano 5737/1977) inflitta a David Appel dai pubblici ministeri Rahel Shiber ed Ella Rubinek il 21 gennaio 2004.
David Appel (foto a sinistra) è stato incriminato per la corruzione di Ehud Olmert (al centro) e di Ariel Sharon (a destra).
Tralasciando i fatti riferiti a Sharon, da tale accusa si desume che Appel aveva intenzione, sin dal 1998, di creare un mega-villaggio nellisola di Patroclo, in Grecia (diversamente da quanto sostenuto dallimprenditore al giornale Il crotonese, versione online del 07.03.2005, dove afferma testualmente:Non avevamo nessun progetto da realizzare in Grecia. Ciò non corrisponde al vero). Appel era in contatto in Grecia con Norman Skolnik, israeliano residente in Grecia, il quale tentò di promuovere il progetto direttamente al governo greco.
Nella sezione generale del documento, lettera A, n° 5, poi, si legge testualmente: Il successo del progetto dellisola di Patroclo, la quale è classificata come sito archeologico, implicava, tra le altre cose, emendamenti legislativi in Grecia ed un cambio delle procedure di destinazione duso, progettazione e costruzione. Appel immaginò che il contatto con figure politiche greche lavrebbe aiutato ad ottenere queste cose e lavorò con Skolnik per codesto scopo.
La dettagliata accusa dei magistrati israeliani inizia, a questo punto, a descrivere tutti i rapporti intrecciati dallimprenditore con politici greci, i quali vennero invitati in Israele col pretesto di una visita ufficiale di Stato; ma il vero obiettivo era impressionare questi ultimi affinché si proseguisse liter burocratico necessario per la realizzazione del progetto di Appel sullisola di Patroclo, la quale, ribadiamo, aveva, ed ha tuttora, vincoli archeologici e paesaggistici che non consentivano la creazione del villaggio proposto dallimprenditore israeliano.
Linvito venne accettato, ed il 28 luglio 1999 Appel accolse, a cena e a casa propria, il sindaco di Atene. Verso la fine di ottobre dello stesso anno, poi, quando le negoziazioni per la realizzazione del progetto fallirono, Skolnik, in sintonia con Appel, iniziò la ricerca di un sito alternativo in Grecia; ne individuò uno a sud-est di Atene, ma incontrò anche qui enormi difficoltà nella realizzazione del progetto. Contemporaneamente, limprenditore Appel avviò la ricerca di località alternative in Spagna.
Ora, perché Mr. Appel ha mentito ai crotonesi, sostenendo che la scelta di Crotone, per la realizzazione del mega-villaggio, non fosse un ripiego? Perché ha nascosto il vero, rilasciando unintervista che negava il fatto che abbia tentato di creare il progetto in Grecia, fallendo nel suo intento? Ritengo che la lealtà e la sincerità siano virtù dalle quali non si possa prescindere. Atteggiamenti ipocriti non meritano considerazione.
In breve, mi ritengo offeso, in quanto crotonese, per un siffatto comportamento, il quale rivela una scarsa considerazione, da parte dellimprenditore israeliano, nei confronti di unintera collettività. Mi chiedo, a questo punto: cosa farà limprenditore israeliano dei terreni di cui ha già opzionato lacquisto, nel caso in cui il suo progetto venisse definitivamente bocciato?
Non credete che lacquisto di tali terreni sia stato un po avventato? Daccordo, limpresa è rischio. Ma, in questo caso, non vi pare un po troppo?
Unultima considerazione è, poi, dobbligo e concerne la rivoluzionaria idea con la quale Appel conta di gestire il villaggio: da Il crotonese (versione online del 07.03.2005) apprendiamo, testualmente, che: Lidea è proporre alla gente un biglietto aereo gratuito, e anche lalbergo sarà gratuito o parzialmente gratuito, per raggiungere il luogo delle vacanze. Allo stesso tempo offriremo così tanti servizi che daranno un enorme vantaggio ai turisti e creeranno unattività economica tale che finanzierà addirittura tutto il progetto; limprenditore, poi, precisa, in un altro articolo della medesima edizione del quotidiano menzionato, che: Enostra intenzione coinvolgere tutti i cittadini crotonesi e utilizzare le realtà economiche e commerciali già esistenti.
Mi chiedo: se il progetto prevede la creazione di servizi nel villaggio, con lo scopo di avere profitti (e, addirittura, coprire lintero investimento
di 5 miliardi di euro, a suo dire), visto che hotel e viaggio sarebbero gratuiti, come faranno a coinvolgere anche i commercianti locali, i quali rappresentano, di fatto, la concorrenza? Alla luce di quanto precede, si configurano, infine, le seguenti 2 possibilità:
1. il mega-villaggio si farà; in questo caso gli interessi di un ristretto numero di soggetti avranno il sopravvento su quelli della collettività. La legislazione in materia edilizia, ed i vincoli connessi ad essa, verrebbero calpestati in nome di una libertà imprenditoriale che è, in realtà, la peggiore espressione di una politica economica che, anziché promuovere molti imprenditori locali, consentendo loro di attrarre i turisti, preferisce creare una sorta di monopolio che non porterebbe alcun vantaggio ai commercianti ed imprenditori crotonesi, in quanto, per ammortizzare gli ingenti costi, il profitto totale sarebbe, inevitabilmente, ad esclusivo appannaggio dei proprietari ed ideatori del fantasioso mega-albergo.
2. il mega-villaggio non si farà; in questo caso i proclami entusiastici del sindaco si rivelerebbero pura propaganda elettorale. Se così fosse, sarebbe la dimostrazione del fatto che, da noi, la politica consta di futili ragionamenti e le idee si portano avanti senza alcuno studio preventivo ed approfondito: una politica fondata sulla assoluta superficialità, quindi, e senza alcun piano (politico, amministrativo ed economico) di lungo periodo.
Occorrerà attendere ancora un po per vedere quale delle 2 ipotesi prenderà il sopravvento sullaltra; in ogni caso, sarà una sconfitta per quanti, come me, si sentono orgogliosi di appartenere a questa magnifica terra e provano una profonda sofferenza nel vederla nelle condizioni in cui versa; ma la cosa ancora più triste è constatare lormai endemica rassegnazione dei crotonesi, i quali assistono, intontiti, ignari ed impotenti, a quanto accade, tentando di cavalcare una speranza che è ormai lunica cosa alla quale potersi aggrappare, ma che consiste, a ben vedere, in pura e semplice incoscienza.
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