Tanto tuonò che piovve!!
Nei mesi scorsi, in occasione del Convegno Nazionale R/Esistenze Precarie, organizzato dalla Rete per il Salario ed i Diritti, avevamo denunciato le intenzioni dellAssessora Regionale alla Formazione Professionale, Adriana Buffardi, di dare vita allinterno di quella progettualità che pomposamente ama definirsi welfare alla napoletana ad alcuni Corsi di Formazione Professionale per Peacekeeper.
Facevamo notare come limpennata interventista ed il crescente ruolo che lItalia sta ricoprendo nelle politiche di aggressione neo-coloniale verso i paesi e le popolazioni colpiti dalla strategia imperialistica della guerra infinita non poteva essere ignorata dalla fervente fantasia creativa dellAssessora e dalla politica del governatore campano Antonio Bassolino perennemente interessato ad accreditarsi verso i poteri forti sia nel ridotto italico che sul proscenio internazionale.
Oggi, a distanza di alcuni mesi, apprendiamo, da un pezzo giornalistico, pubblicato l11/6 dallArticolo della Campaniasupplemento napoletano de lUnità, che la Regione ha approvato diciotto progetti, finanziati da fondi dellUnione Europea, per professionisti della pace presentati da alcune Organizzazioni Non Governative.
Inutile dire che tali operatori, al di là della retorica pacifista con cui vengono presentati e giustificati, avranno il preciso compito di affiancare, interagire ed integrarsi con le varie branchie dellEsercito e dei Carabinieri impiegate nelle aree dintervento internazionale in cui agiscono le truppe militari doccupazione italiane e multinazionali e contribuire alla applicazione e gestione delle diverse risoluzioni che autorizzano la permanenza di queste truppe e dei relativi programmi di rapina e spoliazione finanziaria ed economica.
Del resto basta leggere, sullo stesso giornale, lintervista con Marco Calamai, diplomatico della Farnesina e consigliere della CPA di Nassirya (Autorità Provvisoria della Coalizione), il quale essendo un accorsato esperto di occupazione e di gestione dei progetti imperialistici plaude alliniziativa della Regione Campania la quale andrebbe,a suo dire, nella direzione giusta della completa professionalizzazione di tutti coloro che (civili e militari) agiscono ed operano nei territori di guerra.
Anzi il Calamai fa notare come questa scelta andrebbe estesa non solo ai cosiddetti operatori di pace ma a tutte le ONG le quali dovranno, sempre più, acquisire competenze maggiori specialistiche e superiori gradi di interattività tra personale civile e militare.
A dimostrazione di quale saranno i compiti di questi operatori oltre a volgere lo sguardo in Bosnia, in Kossovo, in Macedonia, dove sono stati registrati numerosi casi di compromissione attiva delle ONG in truffe e raggiri, in episodi di violenza verso le popolazioni o di aperto schieramento con gli interessi politici e materiali degli occupanti, è lesempio irakeno quello che, con più nettezza, rappresenta una precisa linea di demarcazione nellazione di queste ONG con buona pace di quanti, ancora, credono al ruolo di pace di queste associazioni.
Numerosi sono i casi del lavoro sporco che queste Ong ed il loro personale (spesso in tandem collaborativi con le Società/Associazioni private di reclutamento mercenari come ha, platealmente, rivelato il caso degli ostaggi italiani catturati dalla Resistenza Irachena) svolgono contro le istanze di autodeterminazione e di legittima resistenza che le popolazioni sotto occupazione esprimono.
Infatti la stessa Croce Rossa Italiana che pure si ammanta di svolgere un ruolo neutrale non ha avuto esitazione a schierasi dalla parte di Berlusconi e degli USA nel momento in cui è venuta fuori la clamorosa denuncia di Gino Strada sulla pastetta, a scopo di speculazione elettorale, organizzata dal Governo attorno alla presunta querelle della liberazione degli ostaggi.
Una breve considerazione per concludere:
come non evidenziare la rapidità di decisone, di finanziamento e di attuazione di questi particolari Corsi di Formazione mentre per lordinaria miseria prevista per i disoccupati occorrono anni di lotte e pressioni di piazza inaudite e come interpretare queste vere e proprie scelte di guerra, della Regione Campania, a fronte dello stanco e retorico sventolio dei drappi arcobaleno da parte di forze e personale politico che costituiscono lanima e lossatura di questa istituzione?
RED LINK redlink@virgilio.it
Napoli 14 giugno 2006
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