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[nicaragua] Arnoldo Alemàn condannato
by otted (by the way of g.t.) Monday, Dec. 08, 2003 at 3:03 PM mail:

Mentre in tutto il Nicaragua fervevano i preparativi per la festa della Purisima, la giudice Juana Méndez ha emesso la tanto attesa sentenza sul caso dell'ex presidente della repubblica Arnoldo Alemàn.
La giudice l'ha riconosciuto colpevole dei reati di riciclaggio di denaro, frode ai danni dello Stato, peculato, associazione e istigazione per delinquere e delitti elettorali.
La condanna é di 20 anni di carcere con una multa pari al doppio del danno causato allo Stato.
Attualmente gli sono stati confermati gli arresti domiciliari sospendendo tutte le libertà di movimento e di contatto con l'esterno concessegli solo pochi giorni fa.
Il trattamento sarà lo stesso del regime carcerario in attesa che venga risolta l'impugnazione, presentata dalla Procura, del referto medico che reputa l'ex presidente incompatibile con il regime carcerario per gravi problemi cardiaci.
E' invece risultato assolto il suo ex funzionario Byron Jerez, le cui dichiarazioni sono servite alla giudice per giungere a questa sentenza.
Subito dopo la sentenza un folto gruppo di sostenitori dell'ex presidente ha tentato di invadere i locali del tribunale ed é stato respinto dalle forze speciali della Polizia sulle quali é cominciato un fitto lancio di pietre che ha ferito un poliziotto.
I manifestanti sono stati dispersi con gas lacrimogeni e cariche leggere da parte della polizia stessa.
Attualmente nei dintorni del tribunale é tornata la calma, ma é da aspettarsi una forte reazione da parte dei settori più intransigenti del "liberalismo arnoldista".
L'avvocato di Arnoldo Alemàn ha immediatamente inoltrato il ricorso in appello.

Che questo processo potesse sfociare in una dura condanna era nell'aria già da qualche giorno.
Dopo la concessione degli arresti domiciliari ad Arnoldo Alemàn avvenuta solo qualche giorno fa, era iniziata una fitta serie d'incontri tra le rappresentanze sandiniste (FSLN) e liberali (PLC) con l'obiettivo di accordare un nuovo "patto" tra i due partiti che appartasse il governo di Enrique Bolaños e che iniziasse una nuova stagione di riforme costituzionali.
Era stata decisa la sospensione delle elezioni municipali del prossimo anno e l'accantonamento dell'approvazione della Legge di Carriera Giudiziale, con la quale sarebbe stato estromesso dal potere giudiziale un folto numero di magistrati e giudici sandinisti.
Questo nuovo "patto" era stato rifiutato apertamente dalla maggioranza dell'opinione pubblica e ovviamente dal presidente Bolaños.

Dopo un incontro avvenuto tra Daniel Ortega e Arnoldo Alemàn, la situazione é cominciata a precipitare in quanto, il leader liberale, avrebbe richiesto la sua completa assoluzione da parte della giudice di affiliazione sandinista Juana Méndez in cambio delle negoziazioni sulle riforme costituzionali e di una serie di favori al FSLN (tra queste il discorso della Legge di Carriera Giudiziale, la sospensione delle elezioni, le riforme al Consejo Supremo Electoral, le nomine non ancora effettuate del nuovo presidente della Corte Suprema de Justicia di alcuni magistrati e giudici della Corte di Appello di Managua, Masaya e Granada e la riforma del sistema elettorale).
I membri della commissione liberale preposti a discutere con i sandinisti hanno inoltre cominciato ad emettere dichiarazioni secondo le quali non avrebbero mai assecondato i sandinisti nell'intento di togliere potere al presidente della repubblica e si sono più volte riuniti con l'ambasciatrice nordamericana, Barbara Moore.

Questi episodi hanno quindi portato alla rottura delle trattative tra i due partiti che, improvvisamente, hanno convocato conferenze stampe in cui si ribaltava completamente quanto detto solo 48 ore prima.
Daniel Ortega, appoggiato dai membri della Convergencia, ha annunciato che non avrebbero mai accettato che il caso Alemàn rietrasse nelle negoziazioni ed hanno lanciato l'ipotesi di un Dialogo Nazionale a tre bandi (FSLN, PLC e Governo) attraverso il quale giungere alla riforma dello Stato e dei suoi poteri. Tale accordo verrebbe poi sottomesso alla prova di un plebiscito nazionale in cui i nicaraguensi dovrebbero esprimere il loro consenso o disaccordo.
Contemporaneamente il PLC ha annunciato che appoggerà il governo nell'approvazione della Legge di Carriera Giudiziale, tanto temuta dai sandinisti e che non continuerà nell'appoggio alla sospensione delle elezioni del 2004, la qual cosa mette a rischio l'approvazione del Bilancio Generale della Repubblica (che é uno degli obblighi imposti dal FMI per l'approvazione della sospensione dell'80% del debito estero) dato che i fondi destinati alle elezioni erano già stati convogliati verso varie istituzioni come Educazione, Sanità, Università, Polizia ed Esercito.

Intanto il presidente Bolaños, dopo due giorni di tensioni per quello che appariva come il nuovo patto o "repacto" tra liberali e sandinisti, ha indetto l'ennesima conferenza stampa a reti unificate in cui, con la simbolica presenza dello Stato Maggiore dell'Esercito e della Polizia Nazionale, ha lanciato un durissimo discorso contro i due "caudillos" avvertendoli che "non ha paura" e che a gennaio presenterà al Parlamento nuove leggi per effettuare le riforme ai poteri dello Stato ed ha incitato i deputati ad approvare immediatamente il Bilancio della Repubblica, ad approvare la Legge di Carriera Giudiziale per eliminare la politicizzazione della giustizia (il riferimento era chiaramente diretto ai sandinisti).
Ha inoltre ripreso le parole di George Bush che nei giorni scorsi ha mandato un chiaro segnale appoggiando l'opera di Bolaños dichiarando che "i nicaraguensi hanno sofferto per mano di leaders a cui importava di più un dogma sconfitto o l'arricchimento personale illecito che il benessere del proprio popolo". Ha inoltre aggiunto che "appoggio gli sforzi che sta facendo l'amministrazione Bolaños per affrontare coloro che rubano al popolo, per riformare le istituzioni che permettono la crescita della corruzione, per alzare il velo di segreto che protegge coloro i quali abusano del proprio potere".
Bolaños, durante il suo discorso, ha inoltre detto che se il Parlamento non approverà le riforme che proporrà é pronto a difendere ad ogni costo e con ogni mezzo (la presenza di Polizia ed Esercito a questo punto ha assunto un certo significato) la democrazia del paese e che lancerà un plebiscito affinché sia la gente che dica che cosa vuole davvero.

A poche ore dalla sentenza sul caso Alemàn sembrava che i giochi fossero fatti.
La rottura tra sandinisti e liberali, la forte pressione e intromissione degli Stati Uniti, le prese di distanza di Ortega nei confronti di Alemàn e una rinnovata forza del potere esecutivo facevano intravvedere una sentenza che, per il momento, rimette Alemàn e il suo partito in una posizione molto debole.
Ora però il panorama si é trasformato in una vera e propria guerra campale in cui ognuno tirerà dalla sua parte e con nuovi odi che non possono escludere nessun nuovo colpo di scena.
C'é da attendersi la reazione del PLC che, molto probabilmente, vorrà far pagare la sentenza di condanna alla compagine sandinista. Il FSLN é probabile che cercherà un nuovo avvicinamento con il governo lasciando però aperto il canale di dialogo con il PLC che sa benissimo che le Corti di Appello sono in mano a giudici sandinisti e da lì dovrà passare nuovamente Alemàn per il nuovo processo.
E' importante ricordare che la tesi della difesa dell'ex presidente si basa sul fatto che il Codice Penale riconosce il "riciclaggio di denaro" solo per casi legati al narcotraffico e questo potrebbe essere uno degli appigli da usare in base alle prossime negoziazioni.
Il caos é grande e la gente sempre più perplessa e lontana da quanto sta accadendo al Paese.

La condanna di Alemàn, pur importante che sia, resta velata da giochi politici che manovrano i fili delle decisioni e quindi é solo la prima di tante puntate che vivremo nei prossimi mesi.

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dati di fatto
by thedrillerkiller Monday, Dec. 08, 2003 at 4:03 PM mail: thedrillerkiller@yahoo.it

visto l'aria che tirava negli ultimi giorni questa non può che essere una bella notizia per il Nicaragua anche se mi rendo conto che come al solito dietro ci sono i soliti intrallazzi dei quali purtroppo i sandinisti sembrano essere i veri protagonisti; non posso fare a meno di notare che in un paese centroamericano (anche se con una storia tutta sua)che con molta fatica viene definito democratico un ex capo di stato si trova con una condanna di vent'anni per aver rubato svariati milioni di dollari mentre in Italia berluschini e semplici corruttori sono non solo a piede libero ma in ben saldi sul ponte di comando...ergo meglio il Nicaragua!

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Aleman: 20 anni di carcere
by aliga Monday, Dec. 08, 2003 at 5:06 PM mail:

NICARAGUA: VENT'ANNI DI CARCERE PER EX PRESIDENTE ALEMAN

(ANSA) - MANAGUA, 8 DIC - L'ex presidente Arnoldo Aleman
(1997-2002), di 57 anni, è stato condannato a 20 anni di
carcere e pagare una multa di circa 20 milioni di dollari
perché riconosciuto colpevole di riciclaggio di denaro,
malversazione di fondi pubblici, frode, peculato ed associazione per delinquere.

La sentenza è stata emessa dal giudice Juana Mendez di
Managua che ha anche disposto che, il tuttora popolare leader del potente Partito Liberale Costituzionalista (42 seggi in parlamento) di destra, a causa delle sue precarie condizioni di salute, permanga agli arresti domiciliari nella sua lussuosa fattoria 'El Chile'.

Oggi, il legale di Aleman, Mauricio Martinez ha presentato
subito ricorso affermando che la decisione del magistrato "é
inaudita" perché, solo due mesi fa, un tribunale superiore a
quella che l'ha emessa ha sostenuto che in Nicaragua, il reato di riciclaggio di denaro non legato al narcotraffico, quello appunto per cui è stato condannato l'ex capo di stato "non è previsto dalla legge in vigore".

Per contro, secondo l'analista Carlos Tunnerman, "la carriera politica di Aleman è praticamente finita" e a nulla
varranno i tentativi dei settori più oltranzisti del suo
partito di adoperarsi per tentare di evitargli la condanna.
In effetti, tra l'altro, l'ex presidente è stato accusato di
presunto riciclaggio di denaro anche dalla giustizia degli Stati Uniti, il cui governo ha chiesto pubblicamente ai dirigenti del Plc di avvicinarsi al governo guidato da Enrique Bolanos (l'ex vice di Aleman, poi trasformatosi nel suo principale accusatore ndr.) per evitare un eventuale futuro trionfo elettorale dei sandinisti, che oggi hanno 38 seggi in parlamento, su un totale di 91.

"Ci saranno delle intese con il capo dello stato per
impedire che i sandinisti riprendano il potere", ha appunto
assicurato oggi Enrique Quinones, uno dei principali leader del Plc.

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Nicaragua: hacia un nuevo pacto Aleman-Ortega
by er Monday, Dec. 08, 2003 at 10:42 PM mail:

En una sesión del Congreso del Frente Sandinista, realizado el 23 de Noviembre, el Secretario General del FSLN tomó por sorpresa a los militantes allí congregados y a la opinión pública, anunciando que su partido se encaminaría a buscar negociaciones con el PLC de Arnoldo Alemán, con el propósito de buscar un Acuerdo Nacional, que trajera estabilidad al país y para enfrentar junto al PLC "el injerencismo norteamericano" en los asuntos internos de Nicaragua. El anuncio se hizo acompañar de una fuerte retórica anti-imperialista por parte del líder sandinista.

Apenas transcurridos dos días del sorprendente anuncio, la Juez Juana Méndez encargada del juicio contra el corrupto ex - presidente Arnoldo Alemán, giró un oficio a las autoridades policiales, para que el reo Alemán, fuera trasladado de la cárcel a su casa de habitación, asignándole todo un municipio del país como cárcel. La juez pretextó la condición de valetudinario del reo y en declaraciones a los medios de comunicación, afirmó que la medida contribuiría a "traer tranquilidad al pueblo de Nicaragua". De tal suerte, que Alemán puede circular libremente en todo el municipio mencionado y sin ningún otro tipo de restricción.

La ciudadanía luce desconcertada, porque hace apenas una semana atrás, en comparecencia publica, el Presidente Bolaños y Daniel Ortega, anunciaron que se habían puesto de acuerdo sobre los dos temas más importantes de la coyuntura: El respaldo de la bancada del FSLN a la aprobación de las dos leyes pendientes de aprobación en el parlamento (Ley de Endeudamiento Público y Ley de Presupuesto 2004), para concluir así, con todas las condicionalidades del FMI. Con la aprobación de dichas leyes, no habría ya ningún obstáculo para que Nicaragua acceda al punto de culminación de la iniciativa de Los Países Pobres Altamente Endeudados (HIPIC, por sus siglas en inglés) y logre con ello en diciembre 2003, la condonación del 80% de su deuda externa. Al mismo tiempo, anunciaron su mutuo acuerdo, porque se respetara el calendario electoral, que manda a que el próximo año se realicen elecciones municipales, renunciando de esta manera ambos, a la idea de posponer las elecciones municipales, para juntarlas con las elecciones nacionales de 2006.

En su discurso, del pasado fin de semana, el ex presidente Ortega en un tono inusual, hizo fuertes afirmaciones en contra del Presidente Bolaños y su gobierno, quienes fueron catalogados como "lame botas" del gobierno norteamericano, al tiempo que hacía una fuerte denuncia del "injerencismo" yanqui en todos los asuntos internos de Nicaragua. De esta manera, el máximo dirigente del FSLN, estaba anunciando un viraje de ciento ochenta grados en su política de alianzas, que hasta ahora venia sustentándose en un creciente entendimiento con el gobierno Bolaños.

La reacción de todos los medios de comunicación al anuncio de Daniel Ortega, fue unánime e inmediata, señalando que Ortega se encaminaba hacia un nuevo pacto o "repacto" con Alemán. La base de la militancia Sandinista por su parte, reaccionó igualmente sorprendida, porque el mencionado anuncio no fue precedido de ninguna consulta, ni aprobación por las instancias de dirección del FSLN. Víctor Tinoco, miembro de la dirección sandinista, declaró a los medios, que los anuncios hechos por el secretario general, no habían sido discutidos en la instancia de dirección y que esperaba que lo fuera.

En las esferas de dirección del FSLN se había conocido y discutido días antes del anuncio de Ortega, una propuesta del secretario general, en el sentido que era necesario seguir negociando con Bolaños, ya que cualquier negociación con el PLC de Alemán, contenía la exigencia de un tratamiento indulgente con el reo Arnoldo Alemán, curso de acción descartado entonces, por sus altos costos políticos ante la opinión publica nacional y los representantes de gobiernos y organismos internacionales.

Las primeras reacciones publicas de dirigentes del PLC estuvieron llenas de ambigüedades. Dirigentes políticos mas apegados a Alemán, como el diputado Wilfredo Navarro, hicieron comentarios positivos a la propuesta de Daniel Ortega, señalando que el PLC desde hace un año había venido planteando la misma necesidad de un Acuerdo Nacional, pero que el FSLN había preferido entonces sus entendimientos con Bolaños. Otros, mas vinculados a los ex -contras y a la embajada norteamericana, reaccionaron negativamente, insistiendo en que el PLC no tiene nada que negociar con Ortega y subieron el tono a su conocida agenda anti - sandinista.

Estas faltas de sintonía en las primeras reacciones de los dirigentes del PLC indicaron, el que estos también fueron tomados por sorpresa, al tiempo que expresan el rechazo inmediato de la embajada norteamericana a cualquier arreglo del PLC con Daniel Ortega. En efecto, la estrategia anti-sandinista del Departamento de Estado, pasa por el aglutinamiento de todas las fuerzas de la derecha, hasta ahora divididos entre Bolañistas y Alemanistas para poder aglutinarlas en un solo bloque para enfrentar al FSLN en las próximas elecciones municipales y nacionales.

La embajada yanqui en los últimos días, a venido trabajando en la línea trazada durante la visita del Secretario de Estado a Managua, quien dio la orientación de excluir de la vida política nacional a Arnoldo Alemán, para poder juntar todas las fuerzas "democráticas" bajo un nuevo liderazgo, como única modalidad, para garantizar una eventual victoria electoral y el apoyo norteamericano, a la futura campaña política de la derecha.

Sin embargo, la lógica de los funcionarios de Washington, de salir primero de los lideres corruptos (Alemán y cia), unir a la derecha, para enfrentar luego al sandinismo, encuentra fuertes resistencias en un importante sector del liderazgo de PLC, que vinculan su destino político al de su líder Arnoldo Alemán. No pocos sectores del PLC consideran esta actitud de Washington de "injerencista" que es precisamente el punto de" coincidencia" que Ortega se propone ahora capitalizar con estos.

Bolaños quien inicialmente se había comprometido con Ortega a posponer las elecciones municipales y juntarlas con las nacionales del 2006, cambió súbitamente su posición por recomendaciones del secretario Powell y endureció su posición con la dirigencia del FSLN. La señal de Washington fue clara: no mas negociaciones con Daniel Ortega y dedicarse a crear las condiciones políticas para juntar "todas las fuerzas democráticas" contra el sandinismo.

Frente a esta amenaza de Washington, Ortega respondió con la búsqueda urgente de una alianza con Alemán, este último igualmente condenado a formar parte del "pasado"según declaraciones oficiales de los mas altos funcionarios norteamericanos. Esta ultima intervención gringa en las decisiones políticas locales, terminó de persuadir a Alemán y Ortega, de la necesidad de unirse, para ambos Bolaños no es confiable, ya que, en efecto, el trazo distintivo del Presidente a lo largo de toda su gestión ha sido su docilidad y sometimiento incondicional a todas las decisiones Washington.

Por otra parte y como es sabido, el Presidente Bolaños reducido a tan sólo ocho votos de su bancada en el parlamento, se había venido viendo urgido de manera permanente del respaldo de las bancadas mayoritarias del PLC y del FSLN. Ahora, la amenaza potencial de un nuevo acuerdo entre Alemán - Ortega, significaría una alteración sustantiva en la correlación de fuerzas políticas, lo que provoca no pocas inquietudes en el Ejecutivo. Sin embargo, las cosas no son tan sencillas como parecen, el primer obstáculo que tendría que superar un acuerdo Alemán-Ortega, será el de la enérgica oposición de la embajada norteamericana a dichos acuerdos y paradójicamente, por otra parte, el juicio de la opinión pública, que no está dispuesta a aceptar un trato indulgente con el corrupto expresidente, costo político este último, que seguramente tendría que sopesar, aunque quizás sólo a última hora, y bajo presión popular, el liderazgo Sandinista.

Desde la perspectiva de la dirigencia del FSLN, las amenazas son mayores que las oportunidades. En efecto, de consolidarse la orientación norteamericana del aglutinamiento de la derecha y el de poner fin a la división de las "fuerzas democráticas", ello podría significar a muy corto plazo el establecimiento de una nueva mayoría anti-sandinista en el parlamento.

Desde esa plataforma, podrían impulsarse una serie de reformas, que tendrían serias consecuencias negativas y que amenazarían los espacios de poder político-institucionales, que el FSLN logró obtener con el anterior pacto Alemán- Ortega.

Frente a estos riesgos, el dirigente sandinista optó por la opción mas costosa, buscar un nuevo pacto con el corrupto de Alemán y para ello ordenó de inmediato una fuerte señal, el envío de éste a su casa de habitación.

La decisión de Ortega no sólo está orientada a reaccionar a las pretensiones gringas, por otra parte, para él no es de ninguna manera despreciable, el beneficio que provocaría un acuerdo con Alemán, que seguramente alimentaría la división - al menos temporal - de la derecha. Por otra parte, Daniel Ortega calcula que ello mejoraría sus posibilidades personales para su ya anunciada candidatura presidencial.

El potencial de crisis sin embargo, se encuentra mediatizado en el tiempo, por la necesidad de todos los actores políticos de no hacer - por ahora - nada que pueda obstaculizar el acceso de Nicaragua a la condonación de la deuda. Es obvio, que ni el gobierno, ni los dirigentes de los partidos, quieren asumir el costo político que representaría, el que el país viera frustrada esa oportunidad.

La lectura de los acontecimientos hasta finales del presente año, estará por lo tanto matizada del consenso nacional de conseguir la condonación de la deuda, aparejada del manejo de las nuevas contradicciones entre los núcleos de poder, al que se sumará sin duda alguna, las reacciones de Washington que ahora se sienten desafiados por los acuerdos Alemán -Ortega.

El Departamento de Estado no hizo esperar su reacción, condenando la decisión de la juez Méndez, acusando al poder judicial de "corrupto y politizado". La reacción inmediata de los norteamericano insinúa, por otra parte, que ellos podrían agregar a las condiciones de acceso al punto de culminación, es decir, del perdón de la deuda, la aprobación de una ley que modifique, el funcionamiento actual del poder judicial en Nicaragua. Washington ha endurecido su posición en las ultimas horas, cancelando un programa de ayuda al poder judicial de 49 millones de dólares suscrito hace apenas algunas semanas.

Ortega por su parte ha repostado amenazando con enjuiciar al presidente Bolaños..Unas cuantas horas después de la amenaza de Ortega, la Juez Juana Méndez reactivo un juicio que estaba engavetado por delitos electorales que involucran al presidente Bolaños, haciendo obvia la relación de ambos. Por otra parte, como resultado de los acuerdos Alemán-Ortega el día de ayer, las bancadas de ambos partidos introdujeron en el parlamento, la iniciativa para realizar una reforma parcial a la Constitución, con el propósito de aplazar las elecciones municipales del próximo año y juntarlas con las nacionales del 2006, que ha sido uno de los objetivos personales de Ortega.

Es innegable que Daniel Ortega, logró cambiar el escenario político, pero al mismo tiempo se ha abierto en el país la crisis más grave de los últimos años. Las masas contemplan sorprendidas y desconcertadas el desarrollo de una crisis, de la que no son protagonistas y que no terminan de entender. En efecto, lo que está en juego y desencadenó la crisis, han sido los intereses personales y políticos de Alemán y Ortega, quienes ahora se han sentido amenazados por la injerencia de Washington en los asuntos domésticos del país.

El nuevo y peligroso juego montado sobre los intereses de poder de las cúpulas del PLC y FSLN, favorecidos por un condenable ingerencismo yanqui, apenas comienza: Nada es todavía firme y definitivo. Queda todavía mucho camino por recorrer, para ver si las pretensiones de Alemán- Ortega de alcanzar acuerdos que "den al país estabilidad para los próximos tres años", según las propias palabras de Daniel Ortega, logren realmente su objetivo. Hasta ahora las señales van en la dirección contraria, apuntando a una crisis que se sabe como comenzó, pero que nadie se atreve a decir como terminará. El pueblo, excluido de estas indigeribles decisiones, sigue con asombro el desarrollo de los acontecimientos, pero sin liderazgos alternativos populares sigue subordinado a la lógica de los caudillos y por tanto incapaz de reaccionar autónomamente.

Por lo pronto, estas decisiones demuestran una vez mas, que el peso de las decisiones oficiales de la conducción del FSLN siguen subordinadas a la lógica de los intereses personales de Daniel, y a la mecánica exclusiva de las transacciones cupulares y el reparto de cuotas de poder, a espaldas de los verdaderos problemas del país y de la gente. El país se encamina a un tratado de libre comercio, oneroso para casi todos los sectores, con la virtual complacencia de la dirigencia del FSLN al igual que las concesiones onerosas al gran capital, y el cada vez mayor empobrecimiento de las grandes mayorías.


http://www.rebelion.org/internacional/031204nicaragua.htm

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